A donkey, a donkey! My kingdom for a donkey!

jueves, noviembre 15, 2007

Senz'altro

mi sarebbe piaciuto poter spuntare in un altro modo la prima data del calendario mozzafiato. Quel Grappa&Vinci-IlRadico non era lì per niente, era una partita troppo importante per poter accettare di non vincerla a cuor leggero. Dico di non vincerla, perché anche il pareggio mi sarebbe stato stretto, stretto come una mia ciabatta a un piede del Sire. Io ìncito, organizzo la visione di Coach Carter, declamo versi di Coach Carter nel vestuario. Il germe della vittoria lo posso alimentare, ed è quello che provo a fare, ma non lo posso inculcare in chi ha paura di essere invincibile. Io voglio che il Radico sia invincibile. Perdere è un verbo che va conosciuto soltanto perché è anche giusto conoscere gli avversari, non per altro.
Cosa dobbiamo fare adesso? innanzitutto ricordare. La memoria dei propri errori è fondamentale: chi conosce l'errore lo evita, chi non lo accetta persevera nell'errore.
Giochiamo (chi ne ha la fortuna) una volta a settimana. Per capire quale privilegio sia quello di poter scendere in campo, proviamo a sostituire il verbo giocare con mangiare. (Giuseppe, è solo un esempio, non ti allarmare). Se avessimo la possibilità di mangiare una sola volta a settimana, tre quarti d'ora in cui si ha libero accesso al ristorante reale di SuaMaestà del Bahrein, io dico, non mangeremmo tutti come dei satiri impazziti?
E allora: perché non banchettiamo allo stesso modo nei soli 45 minuti a settimana in cui ci è concesso (ripeto, a chi può) giocare al pallone?
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3 Comments:

Anonymous Anónimo said...

io non sono d'accordo con la storia dei satiri. l'impegno non è mancato, ce l'abbiamo messa tutta. non eravamo svogliati.
ci è mancata la lucidità. ci è venuta la fregola di dover pareggiare (e poi vincere) al più presto e non abbiamo fatto le cose con lucidità. ecco perché non abbiamo combinato nulla.

è come se il satiro al banchetto passasse tutto il tempo a decidere se iniziare dai bignè o dai cannolicchi, emozionato come homer simpson quando zampetta con le dita in bocca perché non sa cosa scegliere. di fronte all'abbondanza perde la testa e il tempo scade

15 noviembre, 2007 08:05

 
Anonymous Anónimo said...

sì, è anche vero. Però la lucidità fa anche parte dell'impegno inteso come concentrazione, stato di nirvana che uno deve raggiungere sul campo se davvero è al 100%. Ieri nel primo tempo in fase di costruzione c'era solo Giuseppe. E' l'unico un po' appesantito ma coi piedi è sempre lucido, non sbaglia mai lo stop e ha l'idea giusta. Nel secondo ti do ragione, eravate belli convinti e infatti è stata una partita bellissima da seguire, l'ha detto anche la bodo, che per resistere al gelo vuol dire che davvero le avete scaldato il sangue a suon di legni e occasioni sotto porta.
Restando nella metafora quindi ok, sapevate di essere al banchetto che viene una sola volta a settimana, ma ci è scappata l'homerata.

15 noviembre, 2007 12:37

 
Anonymous Anónimo said...

anche se purtroppo non vi ho mai visto giocare solo guardando i numeri della classifichina si evince che avete una difesa rocciosissima e quasi imperforabile, però questo è un privilegio nel calcio a 11 non sempre in quello a 7 dove alla fin fine la differenza la fanno gli attacchi perchè quasi sempre vi sono punteggi alti tipo calcetto

15 noviembre, 2007 14:09

 

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